“La trattativa per l’accordo quadro del pomodoro da industria è in fase di stallo. Il prodotto italiano viene esportato per il 60% ed è riconosciuto su scala mondiale come “top quality”, ma questa eccellenza parte da una coltura molto impegnativa in campo, sotto tutti i punti di vista, per la competenza e la cura che richiede, per i macchinari e la tecnologia che impiega e per i fattori produttivi il cui costo è aumentato esponenzialmente”. E’ quanto sottolinea Confagricoltura, che “invita alla prudenza e alla programmazione ferrea, valutando, se non dovessero arrivare prospettive chiare di remunerazione, altre colture meno rischiose e impegnative e che nelle ultime campagne hanno comunque avuto una buona remunerazione, mais in primis”.
“Senza certezze – evidenzia Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza – con i rischi della coltura posti in capo solo ai produttori, chi ha anche altri indirizzi aziendali, come l’allevamento, ha tutto l’interesse a seminare foraggio così come ci sono alternative interessanti anche per le aziende prettamente vocate alla coltivazione del pomodoro. Il mondo della trasformazione e quello dei consumi hanno sino ad oggi benefici...